"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

venerdì 4 aprile 2008

Goldrake 30!


4 Aprile 1978 - 4 aprile 2008: trent’anni di distanza e una serie animata giunta da lontano con un messaggio di conciliazione volto ad avvicinare gli opposti. La prima trasmissione italiana di Ufo Robot Goldrake (all’epoca “Atlas Ufo Robot”) sul Secondo Canale Rai è un fatto significativo perché di fatto dà il via all’invasione dei cartoni animati giapponesi, ma anche perché rappresenta un momento di avvicinamento culturale fra due realtà (quella italiana e quella del Sol Levante) mai state così vicino e al contempo così lontane. Il messaggio della serie è pacifista, invita alla convivenza tra i popoli e rovescia l’ideale guerriero delle lotte tra samurai nel segno della negazione: il pilota non vuole combattere, ma vi è costretto in quanto unico baluardo contro gli invasori.
 
Un cartoon che per questo unisce il pubblico dei ragazzi e delle ragazze, gli uni attratti dalla forza guerriera del robot, le altre dall’indole romantica di Actarus, pilota gentile e malinconico, distante e quasi inafferrabile. La serie genera culti e divisioni, dando vita a un fenomeno che produce per germinazione spontanea l’acquisizione in massa di nuove serie: una porta è stata finalmente aperta e i ragazzi italiani, da Torino a Palermo, imparano che anche quelli di Tokyo e Osaka, come quelli di New York e Los Angeles (al cinema sono gli anni di Guerre stellari e Incontri ravvicinati) amano alzare lo sguardo al cielo e sognare avventure fantastiche.
 
Ripensare oggi alle polemiche del tempo, relative al presunto messaggio “diseducativo” e “violento” portato da una cultura lontana, dovrebbe far sorridere, se non pensare alla beffarda ironia di un cartoon che inneggiava ai buoni sentimenti ed era invece recepito dagli adulti come il suo esatto opposto. Oggi Goldrake è un mito per tutti, articoli celebrativi compaiono su quotidiani e settimanali (persino su “Famiglia Cristiana”) e le polemiche sono un ricordo del passato.
 
La serie dal canto suo manca dagli schermi televisivi da quasi un decennio ed è sorprendente notare come l’onda lunga del suo clamore continui in ogni caso a serpeggiare: molti i siti internet a tema, le pubblicazioni specifiche, le ospitate di chi ne cantava la sigla in tv e gli omaggi che spuntano ogni dove, nei modi e nei luoghi più inaspettati.
 
A prescindere dal suo valore artistico, dal fatto che magari all’epoca si potevano preferire altri prodotti o che oggi si seguano serie del tutto diverse e più mature come Evangelion o Death Note o quant’altro, è giusto ricordare che tutto è partito da lì, dal robot venuto dalle stelle per proteggere la Terra dagli invasori.
A testimonianza finale di questo breve ricordo due contributi: il primo è una strip ironica, realizzata da Fabio “Fa.Gian.” Gianello su mio soggetto, che ironizza sulle polemiche riguardanti la recente edizione DVD che ha sostituito un nuovo doppiaggio alla traccia storica del 1978:
 
La seconda invece è uno dei tanti interessanti contributi che testimoniano come Ufo Robot Goldrake si sia radicato in profondità nell’immaginario popolare, conosciuto ormai anche da chi magari la serie non l’ha mai vista. Due mascheroni di cartapesta, retaggio di un carro arrivato terzo alla sfilata di Carnevale di qualche anno fa, che campeggiano all’ingresso di Massafra, amena cittadina in provincia di Taranto, salutando i viandanti come simbolo ancora una volta di amicizia e conciliazione.
 

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