"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

martedì 13 gennaio 2009

Transformers Animated

Transformers Animated

Con la trasmissione dell’episodio 16, avvenuta sabato 10 gennaio, Italia 1 ha concluso la prima stagione di Transformers Animated, e dovrebbe ora proseguire immediatamente con la seconda. Tralasciando la dubbia decisione di dedicare a questa serie solo uno spazio settimanale nella fascia mattutina senza “rischiare” una collocazione più prestigiosa, resta la soddisfazione per aver potuto godere di uno dei pochi remake intelligenti che connotano l’ormai stucchevole revival di icone classiche.

Se comunque con questa dicitura vogliamo indicare qualcosa di datato, magari ripescato dal limbo dove era stato riposto dopo anni di silenzio, siamo in realtà fuoristrada, poiché il franchise dei robot trasformabili (che sicuramente ha conosciuto negli anni Ottanta il suo momento di maggiore notorietà) è ben vivo e attraversa attualmente una seconda giovinezza, grazie a nuove linee di giocattoli, trasposizioni Live Action (il secondo film è in arrivo in estate e si spera confermerà quanto di buono c’era nel primo), uscite DVD e, ovviamente, altre serie animate che hanno ampliato l’universo di base dando forma a un fenomeno transmediale che ha pochi eguali.

Animated in questo senso è una rivisitazione che sin dalle prime battute si pone proprio in una condizione di confronto con il passato e ad esso si appoggia non per dare forma a un’operazione di riciclo, ma di rilettura critica del già fatto. La scena iniziale dell’intera serie, non a caso, vede un curioso Optimus Prime guardare avidamente su uno schermo filmati di un lontano passato che altro non sono se non puntate delle prime serie realizzate negli anni Ottanta (un arco narrativo oggi noto come “Generation One”).

Resta dunque lo schema di base con due fazioni, i “buoni” Autobot e i “cattivi” Decepticon in lotta tra loro per il possesso dell’energia, racchiusa nell’Allspark, sorta di misterioso solido dotato di una volontà propria e capace di infondere la vita negli oggetti inanimati: un concept, quest’ultimo, presente anche nel film cinematografico del 2007 e non è l’unico rimando interno che testimonia la natura paradigmatica del nuovo format, che si pone al crocevia fra tutti i possibili archi narrativi finora realizzati diventando anche un’operazione di sintesi.

La serie vede infatti nel ruolo di capo sceneggiatore Marty Isenberg, già attivo nella saga delle Beast Machines (in Italia anche nota come Biocombat), fra le più apprezzate dal fandom per la cura psicologica infusa nei personaggi: e questa eredità è evidente soprattutto nella rilettura alquanto radicale che ha subito il già citato Optimus Prime, degradato da leader supremo degli Autobot a comandante di un piccolo drappello di robot operai e in lotta, oltre che con i Decepticon, con le frustrazioni di un animo che sogna l’azione e il comando, ma deve tenere a bada un nugolo di sottoposti refrattario all’avventura e che in più di una occasione si trova a mettere in discussione la sua leadership. Il “nuovo” Prime è un robot che mantiene il carattere stolido e poco incline ai compromessi del precursore, ma viene a volte deriso per la retorica dei suoi discorsi e soprattutto commette degli sbagli, dimostrando in molti casi di non meritare la carica di leader.

Ne emerge un quadro che non è più quello di una fazione, militarmente intesa, ma di una piccola comunità al cui interno vigono dinamiche complesse, anche affettive, fra i componenti, fra i sessi (l’episodio 9, Insetti pericolosi, illustra il passato di Prime e la tragica conclusione del suo rapporto con la compagna Elita One) e con gli umani: la chiave del potere forgiata dall’Allspark viene infatti affidata a una piccola umana, Sari, che si unisce ai robot sviluppando con essi un forte rapporto di amicizia, e nell’interazione con loro compie il suo necessario percorso di crescita all’interno di una società futuribile e completamente automatizzata.

D’altronde che tutto rappresenti anche una chiara metafora dell’umanità, preda di lotte e conflitti dell’animo è abbastanza palese, ma gli autori sono stati bravi a comprenderlo e a permettere al racconto di mantenersi in equilibrio fra le esigenze più schiettamente spettacolari, che onorano la componente fantascientifica del format, e l’approccio introspettivo.

In questo modo la serie riesce a superare i propri presupposti, come solo le opere valide sanno fare, scavalcando il target infantile per dare forma a episodi che al consueto registro leggero prediligono atmosfere più drammatiche, in grado di evidenziare le colpe e il dolore seppelliti nel passato dei protagonisti, connaturate alla durezza di un confronto secolare, ma più spesso ascrivibili a debolezze proprie.

La struttura stessa della serie non tenta pertanto di dare vita a un racconto epico con una fitta continuity, ma al contrario torna a prediligere una struttura ad episodi autoconclusivi, all’interno dei quali puntare l’attenzione su pochi personaggi per fornirne un ritratto psicologico soddisfacente. L’occasione è inoltre propizia anche per eventualmente raccontare la genesi dei personaggi più amati in un modo che si riveli adeguato ai tempi (si vedano ad esempio le puntate incentrate sui Dinobot o sul robot “sonoro” Soundwave).

Anche lo stile si adegua a questa natura “porosa” del nuovo format e per la prima volta si stacca da un approccio realistico in favore di una grafica più smaccatamente “cartoonesca”, con corpi sgraziati e carrozzerie che si deformano, utili a fornire un’idea di perenne movimento che naturalmente trova nelle scene d’azione l’acme del dinamismo, ma in realtà si rivela molto utile anche per esprimere i cambi d’umore dei personaggi e la vasta gamma delle loro emozioni dimostrando una volta di più l’ottimo equilibrio narrativo della serie.

Prodotta in America da Cartoon Network e animata in Giappone da MOOK DLE, The Answer Studio e Studio 4°C, Transformers Animated consta attualmente di due stagioni (per un totale di 29 episodi) con una terza già in preparazione per il 2009: e visti i presupposti le sorprese di certo non mancheranno.

Sito ufficiale americano
Transformer Wikia: la Bibbia dei Transformers (in inglese)
Autorobot.it: il sito (e forum) dei fans italiani
Sito ufficiale americano della Hasbro, produttrice dei giocattoli
Sito americano Transformers.com

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