"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

martedì 16 giugno 2009

Masters of Horror

Masters of Horror

La prima volta che gli spettatori italiani sentirono parlare del progetto Masters of Horror fu a Torino nel 2004, grazie a un divertito John Landis che ne spiegò la genesi durante quello stesso Film Festival che l’anno dopo avrebbe proposto i primi episodi della serie in anteprima (e chi ha avuto la fortuna di assistere a quelle proiezioni su grande schermo con tanto di “Masters” in sala non avrà sicuramente dimenticato l’evento).

L’aspetto interessante di quello che è stato uno degli eventi televisivi d’inizio millennio sta nella sua genesi fondamentalmente ludica: tutto infatti è partito da una serie di cene organizzate dal regista e scrittore Mick Garris, cui hanno partecipato una serie di autori specializzati nel genere horror. Il clima di grande convivialità stabilitosi in quelle occasioni ha fatto scaturire in modo molto naturale il desiderio di pensare a un progetto comune che permettesse ai vari artisti di esprimersi liberamente. L’intento si è poi concretizzato in due stagioni da 13 episodi l’una, prodotte dal canale via cavo Showtime, trasmesse a partire dal 2005 e realizzate concretamente in Canada con tempi di lavorazione stretti ma il privilegio di una totale libertà creativa.

L’aspetto del divertimento legato a una piena esigenza di azione è il segreto che rende Masters of Horror ben diverso da quell’operazione museificatrice ravvisata a torto dall’ala più snob della cinefilia e della critica, e che sancisce invece la vitalità di un progetto virtuoso, carico di curiosità e voglia di raccontare: non a caso è realmente difficile definire “episodi” i tredici segmenti che compongono ogni stagione; la sensazione è piuttosto quella di avere a che fare con 26 piccoli film, realizzati da registi diversi per formazione, ma accomunati dalla passione per il genere e dalla voglia di omaggiarlo. Ecco, se il gioco e la creatività costituiscono i primi due aspetti caratteristici del progetto, l’omaggio alla tradizione è senza dubbio il terzo, con il sigillo dell'autorialità (rivendicato sin dal titolo) a cementare il tutto. Forse la mancanza di un racconto davvero innovativo, lo stazionare all’interno di coordinate di genere ben definite e che si ostinano a utilizzare la trasfigurazione nel fantastico per raccontare la realtà, sono gli elementi che hanno creato il maggiore fraintendimento con i detrattori e che tracciano un solco nei confronti della tradizione attuale del torture-porn o del realismo esasperato e sanguinario delle nuove scuole d’oltralpe. Perché Masters of Horror è sicuramente un progetto che guarda al passato, a iniziare dal format antologico che reitera, più che il classico Ai confini della realtà, prodotti similari degli anni Ottanta come Storie incredibili e Tales from the Crypt: un’idea che spesso affonda nella strizzata d’occhio o nell’omaggio incrociato e un po’ referenziale, dove l’esito dei vari “minifilm” è certamente diseguale, ma non per questo rifiuta di affondare i denti nella realtà del presente, affrontando temi a volte anche forti. In questo senso probabilmente il “Master” che più di tutti ha sfruttato al massimo il format è Joe Dante, autore di due piccoli capolavori (Homecoming – Candidato maledetto e The Screwfly Solution – Contro natura) che hanno realmente rinnovato la capacità dell’horror di toccare i nervi scoperti del reale attraverso il potere dell’allegoria. Lo stesso Dante peraltro ha ammesso che nel realizzare Screwfly Solution ha recuperato una storia pronta già da tempo ma che sembrava non poter mai essere realizzata a causa dei presupposti che la rendevano troppo lunga per un contrometraggio e troppo breve per un lungo: Masters of Horror in questo senso è stato l’approdo ideale e i risultati sono lì a rimarcarlo.

Ma non sono mancanti anche splendidi esempi della capacità di elaborare l’orrore in senso pienamente figurativo, come accade con il John Carpenter di Cigarette Burns – Incubo mortale o l’incredibile Takashi Miike del capolavoro Imprint – Sulle tracce del terrore. Perché d’altronde il genere, si sa, è fucina di visioni tanto orribili quanto meravigliose e capaci per questo di suscitare la meraviglia prima ancora che di evocare sensazioni viscerali: d’altronde ritorniamo ancora una volta al gioco, alla capacità di appassionarsi e, perché no, divertirsi, pur avendo a che fare con racconti cupi e inquietanti.

La complessità del progetto rende pertanto necessaria una trattazione singola per i minifilm più significativi: nelle prossime settimane, in modo aperiodico, libero e divertito come è lo stesso progetto di Masters of Horror, una serie di approfondimenti tenteranno quindi di restituire il valore e la forza della serie, per chi l’ha amata e per chi non l’ha considerata a sufficienza, a iniziare da quella distribuzione che, diversamente dai primi, trionfalistici annunci conseguenti le calorose anteprime torinesi, ha poi preferito una distribuzione silenziosa, fra scarni DVD e tarde trasmissioni televisive. Stay Scared!

La conferenza di John Landis a Torino 2004
La stagione 1 di Masters of Horror a Torino 2005
Incontro coi Masters of Horror a Torino 2005
La stagione 2 di Masters of Horror a Torino 2006
Incontro con Mick Garris a Torino 2006 – prima parte
Incontro con Mick Garris a Torino 2006 – seconda parte
Sito ufficiale della serie
Pagina di Wikipedia su Masters of Horror
Videosigla di Masters of Horror

2 commenti:

Fabio ha detto...

Ero in sala a Torino nel 2005 e nel 2006 e ricordo quelle proiezioni come alcune delle più emozionanti che abbia visto al Festival in tanti anni.
Difficile dimenticare l'entusiasmo del pubblico e gli episodi firmati da Dante e Miike.

Anonimo ha detto...

Anche io mi sono appassionata a questa serie. Sono arrivata al decimo episodio della prima e sono tutti, o quasi, recensiti sul mio blog. Attendo anche i tuoi approfondimenti allora!!
Ale55andra