"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

giovedì 10 maggio 2012

Il destino del Torino Film Festival

Il destino del Torino Film Festival

Se frequentate questo spazio da tempo, sapete che sono molto legato al Torino Film Festival: sia perché lo frequento dal 1999 sia perché, semplicemente, è un bellissimo festival - e non è scontata come cosa, affatto. Sebbene in quell'anno della mia “prima volta” fosse già una realtà che raccoglieva sui giornali attestazioni di stima da parte di chi lo definiva il miglior festival d'Italia, l'ho poi visto crescere ulteriormente, fino ad assumere la forma attuale, che cerca, non senza fatica, di far combaciare la quantità e la ricerca. Come dire: da un lato la necessità di “stare sul mercato”, soprattutto oggi che i festival sono una faccenda di passerelle, ingerenze dei politici e quant'altro, dall'altro la necessità di interessare e divertire il pubblico. Ci tengo a rimarcare concetti così basilari, quasi “di pancia”, proprio per far capire che il TFF è una di quelle felici alchimie per cui dire “cultura” non vuol dire “roba per pochi”, ma al contrario è l'esempio di come si possano regalare occasioni di conoscenza nell'entusiasmo generale di una comunità cinefila e una città che risponde sempre con gioia.

Cosa è successo? Che nelle ultime settimane una nube si è abbattuta sul TFF e si chiama Festival di Roma (ex Festa), che ha deciso di spostare le sue date a ridosso della manifestazione piemontese. E se consideriamo che il budget di Roma è 10 volte quello di Torino, ne consegue che lo scontro è impari: si tratta, insomma, della classica corazzata che corre all'arrembaggio, complice il neo direttore Marco Muller che evidentemente deve aver deciso che “questa città [nazione] è troppo piccola per tutti e due”, anche se “ufficialmente” la giustificazione è che ottobre (mese in cui si svolgeva la rassegna romana) non era un buon periodo di “raccolta”. Morale della favola, con i suoi mezzi, Roma rischia di stritolare Torino, il che è un male: lasciando da parte confronti qualitativi (che sinora non sono certo andati a favore di Roma...), resta il fatto che in questo modo il gioco di potere riduce gli spazi deputati al cinema e quindi non è questione di “vince Muller” o “perde Amelio”, che di Torino è il direttore. Ne perdono gli appassionati tutti, ne perde l'informazione che deve barcamenarsi fra due festival comunque importanti e distanti solo una settimana. In sostanza: ne perde il cinema. E sappiamo tutti quanto il cinema abbia bisogno al contrario di vivere e respirare con i suoi tempi e i suoi spazi.

Se avete letto fin qui non resta che lasciarvi alle parole del Torino Film Festival, che in giornata ha diramato il comunicato che riporto qui sotto. Seguono alcuni link per tentare di ricostruire la faccenda, per chi si fosse perso i vari passaggi.

La vexata quaestio (in cinese, zhengzhi weijue de wenti) si è chiusa: il festival del cinema di Roma si sposterà dalle tradizionali date di ottobre a novembre (apertura il 9, chiusura il 17), a soli sei giorni dall’inizio del Torino Film Festival (dal 23 novembre al 1 dicembre).

Quando Roma a febbraio aveva ventilato lo slittamento in avanti delle date, il Torino Film Festival si era allarmato, i sindaci delle rispettive città si erano parlati e avevano convenuto di mantenere, almeno per il 2012, “le bocce ferme”. E qui, al Torino Film Festival, abbiamo ufficializzato le date, aperto le iscrizioni, diramato gli inviti. Adesso, dopo due mesi di battibecchi e scontri tutti romani, di artata disponibilità e sotterranea noncuranza, si torna dritti indietro, al punto di partenza.

Dire che ci sentiamo presi in giro è un eufemismo, come dire che andremo alla guerra (con un budget di meno di 2 milioni di euro contro uno di circa 12 milioni di euro?). Diciamo solo che andiamo avanti, convinti che quello di Torino sia un festival per il quale vale la pena di lavorare, di scavare e di lottare, un festival che nel 2012 compie trent’anni e che, nel tempo, ha conservato un’identità unica nel panorama nazionale, con le sue scoperte, i suoi giovani, le sue retrospettive, i suoi autori eccentrici, le sue anteprime nazionali, europee, internazionali e, spesso, persino mondiali. Andiamo avanti, nelle date da tempo stabilite, perché sentiamo e abbiamo sempre sentito il calore del pubblico, degli autori e dei personaggi che si sono avvicendati in questa città e in questo festival. Se continuerete a farci sentire questo calore, sul web, sui giornali, sul nostro sito (www.torinofilmfest.org), nelle nostre sale quando sarà il momento, quello del 2012 sarà un bellissimo festival.

Il Torino Film Festival

Torino, 10 maggio 2012