"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

lunedì 12 agosto 2013

La notte del giudizio

La notte del giudizio

A seguito delle continue escalation di violenza e della crisi economica che ha messo in ginocchio il paese, i Nuovi Padri Fondatori hanno istituito la Notte dello Sfogo, in cui, una volta l'anno, i cittadini possono commettere qualsiasi reato, incluso l'omicidio, senza conseguenze penali.
21 marzo 2022: James Sandin, venditore di sistemi di sicurezza per le abitazioni, si prepara a trascorrere la Notte dello Sfogo con la sua famiglia, ma il figlio Charlie fa entrare in casa un senzatetto, attirando in questo modo un gruppo di studenti dell'alta società, intenzionati a linciare il malcapitato in ossequio alle regole della nottata. James e i suoi familiari devono decidere se consegnare l'uomo che è entrato in casa loro in cerca di salvezza, o se difenderlo, mettendo a repentaglio la propria sicurezza.


Ciclicamente il cinema torna a flirtare con l'idea di uno scenario futuribile in cui i governi coniano inquietanti metodi per incanalare la rabbia collettiva e fornire così uno sfogo alla violenza che serpeggia nella società: solo per rimanere ai casi più recenti si possono ricordare il celebre Battle Royale di Kinji Fukasaku e la saga di Hunger Games. Una delle costanti di questo tipo di racconto è il fatto che l'allegoria sia sempre mediata da una riflessione sul ruolo che i media e la rappresentazione pubblica di simili meccanismi giocano nel rapporto con la massa. Ecco dunque che l'idea presente ne La notte del giudizio, di ricondurre il tutto a una dinamica non tanto generale, quanto a un fatto specifico, che coinvolge un ristretto nucleo familiare, ha una sua ragione d'essere.

L'analisi del modo in cui l'evento catartico pubblico agisce sul comportamento dei singoli, permette infatti di inquadrare il problema a un livello che chiama direttamente in causa le convinzioni dello spettatore e, soprattutto, la ricaduta della dinamica generale nell'ambito quotidiano della gente. Nulla di realmente nuovissimo neanche qui, beninteso, trattandosi in fondo di una rielaborazione degli schemi già mirabilmente teorizzati da Sam Peckinpah con il suo Cane di paglia, ma piace la dimensione low budget che sta addosso ai personaggi e, nello stesso tempo, riflette le conseguenze di uno scenario plausibile nella misura in cui chiama in causa dinamiche che oggi conosciamo bene.

Lo scenario prefigurato dal film, infatti, è la diretta conseguenza dell'approccio economicista che regola sempre più le nostre vite, in cui la dimensione morale si subordina al successo commerciale, ai misuratori economici e alle risposte dei mercati (meccanismo immorale per eccellenza). Non a caso la vicenda si premura di informarci che la Notte dello Sfogo ha portato ordine e benessere economico nell'universo narrativo, tanto che il protagonista James Sandin (l'ottimo Ethan Hawke) si offre come un perfetto paradigma della situazione posta in essere: non ricco di famiglia, ma perché ha saputo sfruttare a suo vantaggio i nuovi bisogno provocati dall'introduzione della Notte, James è un personaggio che è sceso a compromessi con le proprie direttive morali, posponendole di fronte alle necessità economiche e al benessere che è stato capace di garantire alla sua famiglia. La scelta di una location tentacolare come la casa di solida muratura, ma attraversata da intercapedini, vetrate e lunghi corridoi, restituisce bene l'idea di uno spazio sospeso, contemporaneamente “pieno” e “vuoto”, esattamente come è il protagonista. Anche la situazione familiare riflette questa situazione “a metà”, con un nucleo dove si predica l'equilibrio e la lealtà reciproca, anche se poi – con i giovani in particolare – la sensazione è quella di un insieme frammentato, dove ci si rifugia nei piccoli angoli o nelle proprie stanze.

Si crea così un meccanismo basato su forze contrapposte: da un lato abbiamo infatti la dinamica dell'assedio e dello scontro fra fazioni, e dall'altro la progressiva riscoperta dei principi morali da parte di James, che finisce infine per unire davvero la sua famiglia. Per certi versi si può affermare che la Notte dello Sfogo raggiunga realmente il suo scopo nel momento in cui i protagonisti, anziché schivarla restando barricati in casa, si lasciano coinvolgere dal suo potere, giovandosi della sua nettezza. Le incertezze e le false illusioni vengono messe da parte, mentre emergono più saldi i principi e la posta in gioco.

Nel momento in cui la Notte viene quindi abbracciata e vissuta dai Sandin, però, emerge chiaro come la dimensione economicista e immorale che l'ha generata sia sbagliata. Siamo insomma di fronte a un fecondo ribaltamento delle prospettive, all'interno di una storia dove le dinamiche si contrappongono continuamente. Da questo incontro di forze i protagonisti possono uscire rigenerati, rafforzati nelle loro rinnovate convinzioni, ma anche inevitabilmente schiacciati: una “rinascita” non priva di rinunce e quindi immancabilmente dolorosa.

Su tutto colpisce poi positivamente la dimensione molto “classica” dell'operazione, che si accompagna a una presa di posizione netta circa la necessità di garantire una rifioritura morale dell'America (e non solo) in questo momento storico: finalmente, insomma, un film che non ha paura di essere tacciato di moralismo spicciolo e di sfruttare fino in fondo il proprio portato allegorico, come accade con troppe opere contemporanee. Qualcuno ha fatto paragoni con l'opera di maestri come Carpenter o Romero: senza stare ad abbracciarli in pieno (non è questo che interessa), di sicuro emerge una volontà e uno sguardo molto critico nei confronti dell'esistente che fa pensare alle stagioni di quei grandi artisti. Il tutto, unito a tempi ben stringati e a una messinscena funzionale, è decisamente più importante della prevedibilità di molti snodi narrativi. In altri tempi sarebbe diventato un cult, fa piacere notare che in patria ha avuto un buon successo.


La notte dei giudizio
(The Purge)
Regia e sceneggiatura: James DeMonaco
Origine: Usa, 2013
Durata: 85'

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